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27/3/2020 1 Commento

Dispositivi elettronici e sviluppo dell'empatia nei bambini

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Empatia – cos'è e come si sviluppa
Nelle relazioni è grazie all'empatia che siamo in grado di percepire gli stati d’animo dell’altro, non cogliamo solo il senso di quello che ci viene detto ma anche il significato più profondo ed emotivo.
L’empatia, a differenza della confluenza, è la capacità di sentire ciò che prova l’altro essendo in grado però di non attribuire queste sensazioni a se stesso. In ogni istante siamo consapevoli di ciò che proviamo noi e di ciò che sta provando l’altro in quanto si tratta di due esperienze diverse.
Gli studi di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, e gli studi più recenti sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, confermano che l’empatia non nasce da uno sforzo intellettuale ma fa parte del corredo genetico della specie. Detto questo, lo sviluppo dei neuroni a specchio (e quindi della capacità empatica di una persona) è determinato dalla qualità dell’ambiente in cui si cresce, soprattutto nei primi anni di vita, e dalle relazioni che si instaurano (o meno) con i genitori o chi per essi e con gli altri bambini.

Alcune definizioni di Empatia
Empatia è un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e “pathos”.
Con il termine empatia si intende la capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone, sulla base della comprensione dei loro segnali emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della condivisione dei loro sentimenti (Bonino, 1994).
Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro. (Trecani)

Neuroni specchio
A livello neurobiologico, la comprensione della mente e dei vissuti dell’altro è sostenuta da una particolare classe di neuroni, definiti neuroni specchio: partecipare come testimoni ad azioni, sensazioni ed emozioni di altri individui attiva le stesse aree cerebrali di norma coinvolte nello svolgimento in prima persona delle stesse azioni e nella percezione delle stesse sensazioni ed emozioni (Gallese, 2005).
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I neuroni specchio sono quindi una classe di neuroni motori che si attiva involontariamente sia quando eseguiamo un’azione, sia quando osserviamo la stessa azione compiuta da qualcun altro.
In pratica, nel momento in cui ad esempio prendo una tazzina di caffè per portarlo alle labbra e bere, si attivano i neuroni della corteccia motoria (regione del cervello coinvolta nella pianificazione, nel controllo e nell'esecuzione dei movimenti volontari del corpo) e i neuroni a specchio localizzati nella corteccia premotoria (regione del cervello che ha un ruolo fondamentale nella pianificazione, preparazione, esecuzione e controllo dei movimenti sequenziali). Nella corteccia premotoria troviamo i neuroni specchio. La cosa interessante è che anche quando osserviamo qualcun altro fare lo stesso gesto (ad esempio prendere una tazzina da caffè) si attivano i nostri neuroni specchio e questo ci permette di prevedere come proseguirà l’azione.
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Le emozioni producono espressioni che possono essere riconosciute visivamente (ridere, piangere, …). Osservando un'emozione negli altri attiviamo gli stessi identici neuroni specchio, donandoci così la capacità empatica di "vivere" e quindi comprendere lo stato d'animo altrui istantaneamente.
I neuroni specchio sono stati scoperti e studiati dal Professor Giacomo Rizzolatti (Università di Parma) e sono alla base di tutte quelle caratteristiche umane, come il linguaggio verbale, l'empatia e la capacità di imparare velocemente mediante l'imitazione.
 
 
 
 
 
Sviluppo dei neuroni a specchio e utilizzo / abuso di device (smartphone / tablet / televisione) nei primi anni di vita
Alcuni neurofisiologi ipotizzano che alla nascita si possiede un sistema di neuroni a specchio non completamente maturo ma che permette delle forme di imitazione semplici (un esempio è dato da bambini neonati che rispondono al sorriso della madre sorridendo a loro volta). Il sistema a specchio però possiede capacità potenziali di sviluppo legati ad una serie di stimoli provenienti dalle interazioni socio-ambientali.

“Sebbene sia verosimile che alcune di queste cellule siano attive già in una fase precocissima della vita e facilitino le prime interazioni, credo che la gran parte del nostro sistema di neuroni a specchio in realtà si formi nel corso dei mesi e degli anni di queste interazioni. È probabile, in particolare, che la formazione dei neuroni specchio del cervello del bambino abbia luogo durante l’interazione reciproca, come abbiamo visto per quanto attiene al sorriso […] I bambini che in seguito svilupperanno l’autismo tendono a non guardare la madre né il padre né altri che si prendono cura di loro, e non sono in grado di fare associazioni fra i propri movimenti e quelli di altre persone che li imitano.” (Iacoboni – 2008)

Da quanto visto sopra si può cominciare a capire il pericolo rappresentato dall’utilizzo smodato di smartphone, tablet e televisione in età precoce in quanto questi dispositivi catturano completamente l’attenzione visiva dei bambini i quali hanno minore occasione di osservare i genitori o chi si prende cura di loro e quindi di sollecitare e potenziare il sistema di neuroni specchio e, di conseguenza, l’empatia.

Esiste una serie di fattori che possono inibire la funzionalità delle aree cerebrali frontali, i fattori collegate all’utilizzo di dispositivi sono:
Eccessivo intrattenimento elettronico: limita la normale comunicazione interpersonale, causa sguardo fisso e mancata stimolazione della paralasse-binoculare.

Carenza nella relazione interpersonale: carenza di stimolazioni sensoriali, carenza di movimento, carenza di contatto umano, carenza di gioco e comunicazioni creative e interattive.

Quindi i bambini che utilizzano eccessivamente i dispositivi elettronici in età prescolare possono presentare problemi di attenzione, di utilizzo del pensiero astratto, di linguaggio e di acquisizione delle abilità sociali. Questo può dipendere dal fatto che questi bambini interagiscono meno con i loro genitori e i loro coetanei. Anche l’uso eccessivo dei dispositivi elettronici da parte dei genitori durante il tempo libero limita il corretto sviluppo del bambino, perché lo priva di una preziosa opportunità di interazione con gli adulti di riferimento.

Bisogna fare ulteriormente attenzione all'effetto che hanno i dispositivi elettronici sui bambini in quanto possono creare vera e propria dipendenza. questo succede a causa di quello che accade nel cervello e, in particolare, nel funzionamento del sistema dopaminergico che regola il meccanismo della gratificazione tramite ricompensa.
In pratica, ogni volta che proviamo una sensazione positiva (un cibo buono, un video divertente, una notifica sul telefono…) il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che crea un senso di gratificazione ed euforia.
Nel momento in cui il bambino ha tra le mani uno smartphone e riesce con un semplice tocco a far accadere qualcosa che gli piace e lo diverte, il cervello produce dopamina; la produzione di dopamina genera una sensazione positiva nel piccolo, che cercherà sia di mantenere quella situazione a lungo, sia di ricercarla in futuro.
Questa modalità mantenuta per periodi lunghi rischia di generare una vera e propria dipendenza, in quanto il cervello si sarà abituato al livello elevato di dopamina e ne chiederà un uso sempre più intensivo per mantenere il livello di piacere a cui è abituato (con un meccanismo in parte analogo a quanto avviene quando un adulto assume droghe).

Per questi motivi, tornando all'empatia, è particolarmente importante che i genitori limitino il tempo di utilizzo dei dispositivi elettronici da parte dei loro figli (e mettano dei limiti a loro stessi) in quanto il mancato potenziamento dei neuroni specchio limita lo sviluppo dell’empatia stessa. I bambini hanno bisogno di giocare in modo più interattivo e soprattutto interagire con i genitori. Capita sempre più spesso oggi di sentire parlare di casi particolarmente agghiaccianti di bullismo o di violenze perpetuate dai più giovani che fanno pensare a bassi livelli di empatia verso l’altro e quindi il non riuscire ad immedesimarsi nella sofferenza causata.

Di seguito riporto la traduzione di un interessante articolo scritto da una pediatra italiana (Elena Bozzola) e pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics:

[…] l’utilizzo di dispositivi elettronici durante l’infanzia per più di 2 ore al giorno è stato associato ad un aumento del peso e di problemi comportamentali. […] bassi livelli di benessere durante la prima infanzia sono associati con eventi futuri quali depressione e comportamenti ostili ed aggressivi.
Interazione bambini e adulti che se ne prendono cura
Un adeguata interazione tra i bambini e gli adulti che se ne prendono cura promuove allo sviluppo del sistema comportamentale e neurocognitivo. Il contatto visivo, il guardarsi negli occhi e il tenere l’attenzione visiva gli uni sugli altri tra i bambini e gli adulti che se ne prendono cura durante conversazioni cariche di emozioni sono collegate a una regolazione autonoma e allo sviluppo di schemi di attaccamento sani nel bambino. L’utilizzo dei media causa la diminuzione delle interazioni non verbali tra genitori e bambini il che porta a conflitti bambini-genitori, disordini comportamentali e atteggiamenti crudeli e mancanti di emozioni nei bambini.
In questo scenario, l’utilizzo di dispositivi elettronici anche da parte dei genitori, distrae dalle interazioni genitori-figli, diminuiscono il tempo dedicato al giocare con i bambini e questo può avere effetti limitanti sullo sviluppo cognitivo e la concentrazione nei bambini.
[Bozzola, E., Spina, G., Ruggiero, M. et al. Media devices in pre-school children: the recommendations of the Italian pediatric society. Ital J Pediatr 44, 69 (2018). https://doi.org/10.1186/s13052-018-0508-7]

Per concludere, è chiaro che i dispositivi elettronici sono una parte integrante del nostro quotidiano che, utilizzati in maniera equilibrata, hanno parecchi vantaggi. Ma, tenendo a mente quelle che possono essere le ripercussioni di un utilizzo smodato, si può decidere di essere più consapevoli e autolimitarsi. Questo porterà ad una migliore relazione tra genitori-figli ma anche ad uno sviluppo più sano dei bambini a tutti i livelli, quello fisico, mentale ed emozionale / empatico.


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1 Commento
Adele
10/1/2021 17:39:35

Molto interessante!

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